Alex Schwazer
Nato il 26 dicembre 1984, comincio a praticare sport agonistico a 5 anni, giocando a hockey su ghiaccio. In estate gioco a calcio, fino a quando a 13 anni incomincio a correre con l’obiettivo di essere più in forma durante la stagione hockeystica. Una parte degli allenamenti la svolgo da solo, senza tabelle e senza che nessuno lo sappia. Incomincio ad annotarmi gli allenamenti giornalieri nel mio primo diario di allenamento, che risale al 1999. Nel 2000 smetto di giocare a hockey, dedicandomi completamente alla corsa e a qualche gara di marcia – sport che ho scoperto per caso – grazie alla mia predisposizione per le distanze lunghe. Mi tessero per una società di atletica di Merano dove trovo in Hans Ladurner un allenatore che mi convince a concentrarmi completamente sulla marcia.
Marcio per quasi due anni. In seguito alle continue squalifiche in gara e la mancanza di interesse da parte della federazione di atletica decido, sempre su pressione di Hans che mi vieta di smettere di praticare uno sport di durata (un talento così non si butta via ma si sfrutta), di provare con il ciclismo. A 18 anni, senza aver mai corso in bicicletta, provo a gareggiare per una squadra dilettantistica di Brescia, dove in un anno colleziono zero vittorie, ma diverse cadute con altrettante fratture. Demoralizzato, penso di dover chiudere con lo sport, quando sempre Hans mi convince a fare un’ultima gara di marcia dove vinco (senza allenamento specifico) e con Sandro Damilano trovo il primo tecnico nazionale che crede in me. Mi offre di prendere periodicamente parte a dei raduni a Saluzzo, consentendomi in questo modo di conseguire comunque la maturità al liceo sportivo di Vipiteno. Mi aiuta a perfezionare la tecnica di marcia e a 19 anni faccio la mia prima 50 km.
Qualche mese dopo mi trasferisco stabilmente a Saluzzo e a 20 anni vinco la medaglia di bronzo ai Mondiali di atletica. Si sovrappongono periodi di sovrallenamento (causati dalla mia eccessiva voglia di fare) e momenti più sereni, periodi di grandi miglioramenti tecnici e di costanti discussioni sull’allenamento dove voglio sempre dire la mia; arrivo un’altra volta terzo ai Mondiali di atletica del 2007, per poi vincere le Olimpiadi l’anno seguente. Vinco le tre medaglie con livelli di ematocrito pari a 39, 39 e 37. Gli anni seguenti sono segnati da tanti problemi. Mi allontano da Saluzzo, dove ormai la nazionale cinese è di casa, e chiedo a Michele Ferrari di allenarmi, ma mi sento sempre più stanco e demotivato. Il piacere di allenarmi che mi aveva accompagnato per tutta la vita diminuisce drasticamente.
Senza stimoli, vinco la medaglia d’argento agli Europei di atletica del 2010, che quattro anni dopo diventa un oro. Cambio di nuovo tecnico e concludo la mia carriera con un forte burn-out che in seguito diventa depressione e comincio a doparmi alla fine del 2011, fino alla mia positività all’eritropoietina il 30 luglio 2012. Mi allontano dallo sport, studio economia all’università di Innsbruck, ma presto inizio a sentire la mancanza degli allenamenti, dello sport. Riprendo ad allenarmi, da solo e senza un preciso obiettivo, solo per il piacere di farlo. Questo è il motivo principale del mio ritorno all’agonismo nel 2016.
Con il mio allenatore Sandro Donati, disegniamo un percorso di ripresa con un sistema di monitoraggio privato e autonomo (oltre che ai controlli antidoping standard di IAAF e CONI), rinunciando alla cosiddetta finestra oraria e arricchendo il mio allenamento di nuovi elementi. Raggiungo la mia migliore forma di sempre. Il resto è storia.
Lascio l’agonismo da atleta, ma non il piacere dello sport, di svolgere e programmare allenamenti e integrare le mie esperienze con nuovi metodi di allenamento.
Non ho studiato questa materia nelle aule di un università ma sulla strada e con le mie gambe.
Nell’ottobre 2017, con grande piacere da parte di Caritas Italiana e Rete Europea Risorse Umane, partecipa alle registrazioni dell’audiolibro “COI PIEDI NUDI” su testi di Magdeleine Hutin, XVIII audiolibro della Collana PhonoStorie, progetto Educativo, Artistico e Sociale dedicato ad alcuni illustri Personaggi del XX secolo.