Workshop sulle dinamiche comunicative
Alla presenza di oltre 30 partecipanti tra dirigenti scolastici, giornalisti, sportivi, docenti, sindacalisti, artisti, esponenti della cooperazione e del terzo settore, si è svolto giovedì 6 aprile nell’Aula Magna dell’Istituto Universitario Sophia a Loppiano (FI), un interessante e apprezzato workshop dal titolo
“Le dinamiche comunicative nella Chiesa di papa Francesco”.
L’evento è stato organizzato dal Centro Evangelii Gaudium (C.E.G.) e Rete Europea Risorse Umane (RERUM) in collaborazione con don Giovanni Momigli, direttore dell’ufficio Sociale e del Lavoro – diocesi di Firenze. Segue l’articolo di Mario Agostino e il servizio fotografico dell’evento.
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“L’ascolto prima di tutto”
“Abbiamo bisogno di esercitarci nell’arte di ascoltare, che è più che sentire. La prima cosa, nella comunicazione con l’altro, è la capacità del cuore che rende possibile la prossimità, senza la quale non esiste un vero incontro spirituale. L’ascolto ci aiuta ad individuare il gesto e la parola opportuna che ci smuove dalla tranquilla condizione di spettatori. Solo a partire da questo ascolto rispettoso e capace di compatire si possono trovare le vie per un’autentica crescita, si può risvegliare il desiderio dell’ideale cristiano, l’ansia di rispondere pienamente all’amore di Dio e l’anelito di sviluppare il meglio di quanto Dio ha seminato nella propria vita”.
Con queste parole di Papa Francesco, riportate al numero 171 dell’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium (EG), Dario Edoardo Viganò, Prefetto della segreteria per la comunicazione vaticana, ha aperto Giovedì 6, aprile nell’aula magna dell’Istituto Universitario Sophia, il seminario intitolato L’ascolto nelle dinamiche comunicative nella Chiesa di Papa Francesco”. L’iniziativa, svoltasi in forma di workshop orientato all’ascolto di docenti e operatori del mondo del lavoro e della comunicazione invitati, rappresenta l’inizio di un percorso nato dalla collaborazione tra il Centro Evangelii Gaudium (C.E.G.) nato in seno allo IUS in qualità di “ala” per il dialogo ed il confronto auspicato dalla stessa Enciclica cui deve il nome, e la Rete Europea Risorse Umane (RERUM), nell’ottica di un’adesione a quel cammino della “Chiesa in uscita” cui Papa Francesco ha fatto caloroso riferimento.
Non poteva che essere l’ascolto, elemento imprescindibile e prioritario per una reale comunicazione, il perno iniziale di una riflessione cui il neonato CEG e RERUM intendono orientare una delle loro piste di confronto e ricerca. “A volte è più comodo comportarsi da sordi e isolarsi da tutti: è così semplice sostituire oggi l’ascolto con chat, email e messaggi così da privarci di un incontro reale fatti di sguardi e abbracci” ha ammonito nella sua traccia introduttiva Viganò, che ha esortato a porsi anzitutto “in ascolto dello spirito” (EG, 3), richiamando l’invito del Papa a un “rinnovamento dell’incontro gioioso con Gesù, cui nessuno è escluso”.
Una dinamica, quella dell’ascolto e della risposta, alla radice tanto della fede cristiana come di ogni relazione per l’uomo, senza la quale non si dà un reale incontro: “si può essere cristiani aderendo ad un complesso di dottrine e tradizioni, senza per questo però avere davvero incontrato Gesù, come accade nella celebrazione di sacramenti che appaiono più una manifestazione esclusivamente religiosa che di fede autentica” esemplifica Viganò. Non a caso è una legge fondamentale della comunicazione è il passaggio dall’attenzione di uno sguardo verso volto degli interlocutori, sintomo di accoglienza reale che incrocia il nostro pensiero e il nostro spazio interiore con quello altrui, senza farci ritenere chiusi possessori della verità. Non a caso nell’esperienza sinodale, specifica Viganò, Papa Francesco non assume atteggiamenti direttivi o esclusivi di una parte ma piuttosto si fa garante di tutti i partecipanti in ascolto.
Comunicazione significa pertanto condivisione, essenza della chiamata missionaria valida per ogni cristiano nel momento in cui ha sentito la gioia dell’incontro con Dio, come accadde ai discepoli.
“L’ascolto di cui parla Papa Francesco – chiarisce Viganò – non mira ad avere delle consulenze, pur autorevoli, ma a rendere le persone partecipi e corresponsabili in profondità rispetto alla vita vera delle persone, anche negli aspetti più dolorosi, in cui avvertono il bisogno di comprensione, tenerezza e misericordia. Se l’ascolto è il primo atto della fede, dobbiamo interrogarci sugli spazi e le modalità dedicati all’ascolto, fino a mettere fortemente in discussione soprattutto il nostro modo di condurre incontri, riunioni e relazioni in cui spesso, più che ascoltarci, ‘ci si parla addosso’”.
Da qui l’invito a “quel rinnovamento” sostenuto e voluto da Papa Francesco e che “ha nel tema dell’ascolto una delle strutture portanti” in base al quale Viganò traccia alcune prospettive di lavoro per Sophia, CEG e RERUM. La prima è quella di cercare di avviare con creatività e metodo di ricerca strade per superare quelle visioni o rischi mondani aziendalisti della vita della Chiesa, talvolta governati da procedure di “ingegneria istituzionale”, per lasciare spazio all’operare storico, concreto, efficace della grazia che ha come fonte il Vangelo: “è grazie a Dio tramontato – afferma Viganò – quel modello di Chiesa… e non c’è spazio per nostalgie non costruttive”.
La seconda è quella di fare del CEG un luogo di costruzione della consapevolezza che la città odierna è ambito multiculturale, come si legge nella stessa Evangelii Gaudium: “la città non è più monocromatica, quindi perché non offrire qui occasioni di incontro, dialogo interreligioso e conoscenza reciproca ad esempio con Imam e Rabbini?” propone. La terza riflette molto sulla valorizzazione del ruolo delle donne secondo le esortazioni dell’Enciclica: “in questo ambiente, ispiratosi al carisma di una donna (Chiara Lubich, ndr) è possibile una lettura del genere non da avviare non sulla rivendicazione paritaria ma sulla valorizzazione della complementarietà. L’idea dei preti-donne – esemplifica – è povera per le donne”.
Infine, “perché non fare di questo centro anche un luogo in cui si amplia l’arte della comunicazione: cos’è ad esempio la comunicazione, cosa il giornalismo oggi e quanto incide realmente un blogger?” chiede il Prefetto. “Perché oggi accettiamo subito di cedere immediatamente parte della nostra privacy pur di avere una connessione? E cosa è medium o cosa non lo è in un’epoca postmediale, ossia tempo di una naturalizzazione dei media nella società?” Tracce per un percorso dunque agli inizi ma pronto nelle sue basi per la ricerca accademica di Sophia attraverso “l’ala” del CEG e la collaborazione con Rerum, grazie alla quale è intervenuto al seminario anche Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, che non ha mancato di apportare il suo contributo in questo intervento (clicca qui per vedere il video).
Mario Agostino