“Workshop sulle dinamiche comunicative” (2)
Figline e Incisa Valdarno, 12 ottobre 2017.
Dopo il primo workshop svoltosi il 6 aprile scorso ha avuto luogo, giovedì 12 ottobre, il secondo appuntamento organizzato dal C.E.G. e Rete Europea Risorse Umane alla luce della Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium” di papa Francesco.
Un vero e proprio laboratorio al quale hanno partecipato una trentina di persone provenienti da vari ambiti professionali e percorsi personali che desiderano compiere insieme un “cammino” anzitutto di ascolto reciproco, di approfondimento in merito alle molteplici “sfide” che il documento pontificio contiene il quale si rivolge espressamente non solo al mondo cattolico, o più generalmente ai credenti, ma a tutti gli uomini e donne di buona volontà.
Questo lo spirito e il senso di questi periodici “incontri di lavoro”.
A seguire l’articolo del giornalista Mario Agostino, socio di Rerum, che ringraziamo per la sua preziosa collaborazione. Più sotto alcune foto dei lavori.
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“Abbiamo bisogno di spazi e modalità dedicati all’ascolto, spazi in cui poter dialogare e confrontarci affrontando alcune impellenti tematiche che riguardano il nostro tempo”. Con queste parole padre Alessandro Clemenzia, coordinatore del Centro Evangelii Gaudium dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano (Figline Incisa Val d’Arno), ha aperto nel pomeriggio del 12 ottobre scorso, nell’Aula Magna dello stesso istituto, il workshop intitolato “La realtà è superiore all’idea – L’ascolto nelle dinamiche comunicative sui processi migratori”, organizzato in collaborazione con Rete Europea Risorse Umane.
Tratto, per la prima parte del titolo, da una citazione contenuta al n° 233 dell’Esortazione apostolica Evangeli Gaudium, documento programmatico da cui trae fondazione e origine la stessa missione del Centro Evangelii Gaudium, il tema del laboratorio è stato improntato all’ascolto, inteso quale predisposizione e modo di porsi che, oltre a richiamare il seminario dell’aprile scorso, sembra essere spesso mancante proprio nella comunicazione.
Un limite di approccio particolarmente evidente ad esempio sulla questione dell’immigrazione, fenomeno spesso distintosi per il brulicare al riguardo di informazioni inesatte o infondate, slogan inopportuni o fuorvianti che spesso hanno costruito e originato strumentalmente o involontariamente una percezione dei cittadini rispetto al tema che non corrispondesse affatto alle caratteristiche effettive: una vera e propria idea slegata dalla realtà dei fatti, un’idea dunque apparentemente superiore sulla realtà vera e propria.
Nel tentativo di compiere un utile sforzo di lettura e interpretazione della realtà nella sua complessità, in riferimento nell’occasione alle tematiche migratorie, sono stati invitati per il confronto interno al workshop mons. Gian Carlo Perego, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio già direttore generale della Fondazione Migrantes per quasi otto anni, e don Giovanni Momigli, Direttore dell’Ufficio per la Pastorale Sociale e del Lavoro per la Diocesi di Firenze.
Nel suo intervento, Momigli ha collegato il lavoro di redazione di Papa Francesco ai pronunciamenti prima di lui proposti dai precedenti Pontefici, illustrandone continuità di sostanza pur nella diversa modalità di proposta formale. “Senso, forza e potenzialità delle parole di Papa Francesco derivano dall’ottica con cui guarda la Chiesa e in particolare quelle parti di mondo che egli chiama ‘periferie esistenziali e geografiche’” ha affermato.
Soffermandosi sul capitolo quarto dell’esortazione apostolica, Momigli ha approfondito la dimensione sociale dell’evangelizzazione, sottolineando le necessità di sentirsi popolo in cammino, in realtà incarnate come quella della città, per sentire la responsabilità di elaborare con coscienza idee che siano orientata a conoscere e migliore la realtà che si abita, consapevoli sia, come fa notare Papa Francesco, che il tempo è superiore allo spazio, sia che l’unità è superiore all’inevitabile conflitto che abita l’uomo stesso e i suoi rapporti con gli altri.
“La tensione polare, tra l’idea e la realtà è ripresa da papa Francesco – continua Momigli – anche nell’Enciclica Laudato si (LS), dove siamo invitati ad affrontare la crisi ecologica pensando al bene comune e andando avanti nella via del dialogo (LS 201). Il principio che garantisce che tale tensione non si frantumi è che «la realtà è superiore all’idea» (E.G, 231.233), perché «La realtà semplicemente è, l’idea si elabora» (E.G, 231). Solo il riconoscimento della priorità della realtà – evidenzia Momigli – su ogni tentativo umano di comprenderla e di dirla garantisce da ogni possibile allontanamento dell’idea dalla realtà stessa. Allontanamento dalla realtà che prende forme diverse in relazione agli ambiti di vita. Partire dal principio che la realtà è superiore all’idea «implica di evitare diverse forme di occultamento della realtà: i purismi angelicati, i totalitarismi del relativo, i nominalismi dichiarazionisti, i progetti più formali che reali, i fondamentalismi antistorici, gli eticismi senza bontà, gli intellettualismi senza saggezza» (E.G, 231)”.
Di grande supporto conoscitivo l’intervento successivo di Perego, capace di evidenziare la clamorose discrepanze tra la percezione rispetto al fenomeno migratorio e i suoi effettivi dati empirici. Come si fa a parlare di “invasione”, ad esempio, quando il rapporto tra non italiani e italiani è 1 su 12, stabile da anni, essendo di 5 milioni su poco meno di 60 milioni? Come si fa ad affermare “aiutiamoli a casa loro quando solo come Italia abbiamo venduto lo scorso anno solo come Italia il 95% da armi in più “a casa loro”? Come si fa ad imputare agli immigrati il peso dell’invasione quando in Italia ne restano meno di 200 mila all’anno ma ogni anno il paese perde da solo 160mila unità per il maggiore numero di morti rispetto alle nascite?
Nel nostro paese sono vi sono stati 600 mila sbarchi di richiedenti asilo: sembra “il mondo intero dei profughi” che sbarca da noi… ma sono 65 milioni nel mondo le persone che migrano. Ecco come da questo, sottolinea Perego, è necessario approfondire il ruolo dei media, sia da parte degli utenti che degli artefici: ogni parola non verificata, ogni concetto lanciato con superficialità o confusione, senza tenere conto della realtà dei fatti, rischia di essere un tradimento dell’amore per la verità.
Al canale youtube di Rerum è possibile visualizzare gli interventi di mons. Gian Carlo Perego.
Mario Agostino