Buona Pasqua!
Nei giorni scorsi si è svolta l’Assemblea dei Soci di Rerum. La sede privilegiata per aggiornare, approfondire, prendere decisioni guardando il passato e progettando il futuro.
In queste occasioni puntualmente mi viene presente quanto è riportato nella prima pagina del nostro sito laddove definiamo Rerum come “Una rete che lega e accompagna operatori culturali, artisti e imprenditori, istituzioni ed enti; un luogo in cui convergono partner diversi che intendono dare un’etica al loro lavoro; una casa nella quale soggetti di varia natura interagiscono per il raggiungimento di obiettivi e valori comuni”.
Mi sembra onestamente si possa affermare che in questi ultimi dodici anni di attività Rerum sia cresciuta in questa direzione, non senza difficoltà ma in generale sempre animata da un grande piacere nel provare a realizzare, attraverso le opportunità che il lavoro e i vari progetti offrivano, anzitutto gli scopi e le finalità che le sono proprie: una rete, un luogo, una casa.
Esattamente questi elementi nel dialogo dell’altra sera tra i Soci sono stati confermati. Mi hanno fatto ricordare le parole che papa Francesco ci disse in occasione dell’udienza privata che concesse a Rerum nel marzo del 2014 a Casa S. Marta.
“Una parola molto importante è amicizia. L’amicizia è una di quelle cose che non si possono possedere (…) Dell’amicizia non si parla, la si vive. L’importante nell’amicizia sono le opere, cosa fai per gli altri, per l’amico, per l’amica; anche nel lavoro che voi fate, cantautore, musicista, sportivo. Ma il gioco è gratuito (…) L’amicizia è gratuità, è una cosa che voi avete, come io l’ho percepito”.
Siamo ormai nel cuore dei giorni che ci porteranno alla Pasqua.
Ho ricevuto una lettera di auguri da don Giovanni Momigli, membro del comitato scientifico di Rerum, fondatore del “Centro Spazio Reale”, direttore dell’ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Firenze e, soprattutto, un mio caro e stimato amico (per l’appunto).
Quale acuto osservatore dell’attualità che ci circonda e altrettanto profondo uomo di Chiesa, ho chiesto a don Giovanni l’autorizzazione a fare anche mia la sua lettera/augurio pubblicandola qui sotto, così da unire i miei ai suoi auguri di buona Pasqua.
Roberto Tietto
Pasqua di Risurrezione, 2019
«Cristo vive… Lui è in te, Lui è con te e non se ne va mai. Per quanto tu ti possa allontanare, accanto a te c’è il Risorto, che ti chiama e ti aspetta per ricominciare».
Queste parole, con le quali Papa Francesco inizia l’Esortazione Apostolica Christus vivit, ci ricordano che Cristo risorto si fa compagno di strada di ciascuno, donando le energie per sostenere il cammino e, se necessario, per correggerlo o avviarne uno nuovo.
Tutti condividiamo un comune destino. È bene ricordarlo. Ma non esiste un futuro già scritto, né sul piano personale né su quello sociale. I futuri possibili sono diversi e non scontati, ma tutti sono radicati in quello che siamo, nel presente delle nostre scelte e della nostra operosità.
Nel III Canto dell’Inferno, Dante definisce gli ignavi «Questi sciaurati, che mai non fur vivi» Il peccato è stato di rimanere fermi. E la loro punizione è immaginata da Dante come una corsa forsennata dietro un’insegna che gira su se stessa. Coloro che durante la vita non avevano scelto e che non avevano camminato verso nessuna meta, adesso corrono a vuoto, inutilmente.
Per vivere responsabilmente e affrontare gli ostacoli che ci stanno davanti, anche cercando di trasformarli in opportunità, non si può essere indolenti o vili; bloccati dalla paura o mossi da rabbia cieca e inconcludente. È necessario scegliere e operare, sapendo che il solo fare non è sufficiente. Bisogna anche pensare e amare. E ritrovare il senso e il valore del volto.
Se osserviamo bene, molte delle questioni che affliggono il nostro tempo, nascono proprio dall’aver perso la dimensione del volto. Tutto diventa numero, statistica, sondaggio. E, nell’anonimato, il timore dell’altro aumenta. Un volto non è mai anonimo. Certamente interpella e a volte inquieta, ma domanda sempre di essere guardato con rispetto.
In questa Pasqua, prego in modo particolare perché Cristo risorto ci doni il vigore necessario per affrontare con saggezza e determinazione le problematiche nelle quali siamo immersi. E che alla luce della Risurrezione possiamo vedere gli uomini (compresi noi stessi) e le vicende umane con lo sguardo di Dio, imparando a scorgere i segni della presenza del Risorto in ogni persona, nella nostra storia personale e nelle vicende collettive.
Buona Pasqua!
Don Giovanni Momigli
Resurrezione
(Piero della Francesca)