Teniamo duro
Palazzolo sull’Oglio, 26 novembre 2024
Sta diventando un appuntamento tradizionale quello tra la Comunità Shalom di Palazzolo (BS) e la Freedom Sounds, la band costituita da detenuti del carcere di Milano-Bollate. E, come tutte le tradizioni, ha ormai i suoi riti e i suoi ritmi ben scanditi e strutturati: festosa accoglienza con tè e pasticcini, visita al complesso che accoglie più di 200 ospiti, concerto a volume dirompente con canzoni conosciute e cantate da tutti (Battisti, Ligabue, 883, Vasco e così via), cena di saluto con immancabili regali in atmosfera prenatalizia a suggellare una singolare e radicata amicizia quasi decennale.
Potrebbe, allora, venir considerata una qualunque data fissa del calendario, un’abitudine, simpatica finché si vuole, ma comunque sempre qualcosa di conosciuto e già sperimentato. Invece …
Invece ci si trova davanti a una moltitudine di ragazzi che stanno impegnando le loro energie, la loro volontà, l’intraprendenza, lo spirito di sacrificio per dare una sterzata alla loro vita, ricucire il filo di un’esistenza che gli errori hanno spezzato, per risperimentare quell’integrità interiore ed esteriore che rende la vita degna di essere vissuta. E a questo non ci si abitua mai. “Teniamo duro” si sono detti alla fine. Quasi una promessa, un segreto feeling, un impegno suggellato con sguardi di intesa, la cui intensità, a noi comuni mortali, è dato solo di intuire.
La comunità Shalom (e le persone che la costituiscono: Suor Rosalina Ravasio, i ragazzi e le ragazze, le suore, i volontari …) e la Freedom Sounds (con tutto ciò che le sta dietro: Francesco Mondello e gli agenti penitenziari, il dott. Roberto Bezzi e l’Area Educativa del carcere, solo per citarne alcuni) si possono considerare un piccolo miracolo. Il miracolo di chi crede che ricominciare sia possibile. Non con roboanti dichiarazioni, ma con fatica, sudore, cadute, pianto e, soprattutto, conquista, dignità, equilibrio e candore.
Numerose sarebbero le persone da ringraziare ma, a nome di tutti, vogliamo ricordare mons. Pierpaolo Felicolo, Simone Varisco e tutta la Fondazione Migrantes, il cui sostegno rende possibile l’organizzazione di questi eventi.
Alla Shalom: un turbinio di commozione
Lo sguardo racconta tanto di una persona. E lo scorso martedì 26 novembre alla Comunità Shalom di Palazzolo sull’Oglio ne ho potuti vedere molti. Tante espressioni mai viste prima e che mi parlavano profondamente.
Era in occasione dell’ormai tradizionale concerto di Natale della Freedom Sounds, band composta da alcuni detenuti del carcere di Milano Bollate, che da sei anni si svolge per gli ospiti della comunità. Stavolta ho potuto partecipare anch’io come associato di Rerum, che di questa attività ne è l’organizzatrice.
È stato un vero e proprio turbinio di commozione al cuore. Fin da subito, da quando siamo stati accolti dai ragazzi che ci sono corsi incontro alla porta offrendoci thè caldo, biscotti e accompagnandoli con dei canti di benvenuto. E poi, un piccolo tour della comunità, guidati da suor Lisa che ci ha raccontato la storia di questo luogo speciale. In ogni stanza in cui ci portava potevo toccare con mano la cura con cui ragazze e ragazzi avevano arredato e addobbato ciascun angolo della casa.
Successivamente, il momento clou: il concerto della Freedom Sounds. Due ore ininterrotte di musica dove pareva che nel mentre venissero messe in pausa le difficoltà vissute tanto dai detenuti quanto dai giovani della Shalom. E anche le mie.
Alla sera, infine, una cena fatta tutti insieme nella grande ‘sala ricevimenti’. Cibo squisito preparato dai ragazzi, canti gioiosi, risate e ringraziamenti. Sembrava davvero il veglione di Natale. Una giornata piovosa di fine novembre che, grazie ai suoi sguardi, mi ha ridato gioia e speranza. Una giornata che non posso dimenticare.
Emanuele Conte
Seguono due brevi video e servizio fotografico.