UNO di NOI, UNO di NOI!
Loppiano (FI), 29/30 marzo 2025
L’amicizia tra la Comunità Shalom di Palazzolo sull’Oglio (BS) e la nostra Associazione Rerum ha radici lontane. Risale alle attività che attraverso il Progetto Intercultura 2.0, reso possibile grazie al sostegno della Fondazione Migrantes Organismo Pastorale della C.E.I., portiamo avanti all’interno del Carcere di Milano-Bollate.
Fra queste, una che è diventata ormai una felice tradizione è il concerto della rock band costituita all’interno della Casa di Reclusione, la Freedom Sounds, presso la Comunità Shalom poco prima di Natale. Anzi, concerto è una parola riduttiva: in verità si tratta di una vera congiunzione tra due mondi particolari e profondamente simili, che si trasforma in un momento di festa, condita da una superba accoglienza da parte della Comunità. In questo sito, nella sezione “eventi”, si trovano tutte le cronache e immagini di questo speciale evento annuale.
Con un simile tourbillon di emozioni, che ogni volta si mettono in gioco, non poteva che nascere una profonda sintonia. Da qui, e dal desiderio di ricambiare l’ospitalità ricevuta, è nata la proposta di uno scambio di visite, che ha portato più di 50 tra ragazzi, ragazze e accompagnatori in Toscana sabato 29 e domenica 30 marzo. Teatro dell’incontro la Cittadella Internazionale di Loppiano nei pressi di Firenze, per l’occasione in grande spolvero, grazie alla presenza dei partecipanti alle varie Scuole di formazione che a Loppiano hanno sede e al Progetto Giovani.
Due giorni di sport, canzoni, passeggiate, incontri con i cittadini, preghiere, momenti di profonda condivisione che, anche in questo caso, hanno creato un fortissimo senso di reciprocità.
I tre vertici del triangolo Shalom, Loppiano, Rerum, sono diventati un unico cerchio, tanto che alla fine non si poteva più distinguere chi era chi. E proprio in un grande cerchio, a raccontarsi, a ringraziarsi, a promettersi di rivedersi presto, si è conclusa la visita, prima di salire sul pullman.
Il prossimo passo sarà tornare a Palazzolo per rinsaldare ulteriormente un legame che è già più forte del cemento armato e che si è espresso negli abbracci e nei cori “uno di noi, uno di noi!”. I ponti che si creano in queste circostanze hanno il profumo della gratuità e scendono come un vero balsamo sulle ferite che ognuno di noi si porta dentro.
L’elenco delle persone da ringraziare sarebbe lungo. Per non far torto a nessuno, citiamo solo suor Rosalina Ravasio, fondatrice e anima della Comunità Shalom, e Cristina Marignani, responsabile del Servizio Accoglienza di Loppiano. Ma i veri protagonisti sono stati le ragazze e i ragazzi che si sono lasciati mettere in gioco, immergendo le loro storie in una reale e gioiosa condivisione.
– – – – – – – – – –
L’esperienza che ho fatto lo scorso fine settimana con la Comunità Shalom, l’aver accompagnato questi giovani a conoscere la vita di Loppiano, mi ha spalancato il cuore.
Mi ha fatto riscoprire che dietro ogni sofferenza c’è un essere umano con una ricchezza unica, che grida, anche nel silenzio, di essere visto, ascoltato e voluto bene.
Mi ha fatto capire che dietro ogni anima ferita c’è un profondo desiderio di essere amato e accettato.
Da loro ho capito una volta in più che trovarsi in una situazione di vulnerabilità non è sempre una scelta, ma il riflesso di storie segnate da sfide e sofferenze, ricerche di opportunità, sollievo dal dolore o comprensione.
Lì ho riconosciuto che ogni dolore porta con sé una storia unica che ha bisogno di essere ascoltata e compresa con amore e che ogni lacrima versata porta con sé non solo tristezza, ma anche speranza e desiderio di ricominciare.
È stata un’esperienza che porterò con me per tutta la vita e allo stesso tempo una chiamata a uscire, ad ascoltare il grido dei più vulnerabili e ad abbracciare il dolore dell’umanità.
Guilherme Baboni